L'ampliamento del Santuario - Comune di Saronno

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Vincenzo Seregni
e l'ampliamento del Santuario



Nel 1555 i Deputati del Santuario di Saronno prendono la decisione di ampliare la Chiesa, diventata ormai troppo piccola per accogliere i sempre più numerosi fedeli.


Nessun documento redatto in quegli anni ci restituisce la paternità di quel progetto di ampliamento che modificò in modo sostanziale l'impianto planimetrico del Santuario. Certo è che alla direzione lavori si trova Vincenzo Seregni, chiamato nel 1556 dai Deputati del Santuario a sostituire il Lombardi, dopo la morte di quest'ultimo avvenuta nel settembre del 1555.1



"Le trasformazioni in atto nel primo decennio della seconda metà del Cinquecento, quando i Deputati chiamarono come architetto della Fabbrica Vincenzo Da Seregno, sono oggi inevitabilmente ancora lontane da una loro sicura ricostruzione. (....) [e non sono certo chiare] soprattutto per la quasi contemporanea presenza di importanti ingegneri come Cristoforo Lombardo, Rocca da Legnano, Bernardino da Lonate, Iullio inzegner de Milano e dello stesso Seregni Velate"2


"Vincenzo da Seregno è registrato in modo riconoscibile una prima volta il 22 aprile 15563, quando vengono redatti gli accordi con Pietro Giudici per la consegna di 37 braccia di banchette in pietra di Saltrio per la facciata esterna della sacrestia"4, ma non esistono documenti, prima degli anni Sessanta, che certifichino quando e come iniziarono i lavori di ampliamento delle tre navate del Santuario.


"Non so dire quanto dellattuale struttura muraria delle navate fosse già esistente, (...), prima del dicembre del 1560 quando, nel contratto rogato da Pietro Antonio Bianchi, il maestro Cristoforo Giudici da Saltrio, simpegnò a fornire le pietre delle pilastrate della faza dinanze delle capelle che vanno arifate di pedra viva da Saltria della bella et bona nella giesia di Santa Maria delli Miracoli da Sarono"5


Questa "notta delle misure" con i piccoli disegni allegati all'atto del 1560, che rappresentano l'alzato del vano delle cappelle (ma quali cappelle?), una sezione quotata del pilastro della navata con un setto murario continuo e in due modi differenti il pilastro del tiburio, sono il primo dato certo dell'ampliamento in pietra del Santuario, e sono, con ogni probabilità, autografi del Seregni e gli unici fino ad oggi conosciuti "prima dei rilievi del Borroni e dellinedito disegno della facciata"6


Inoltre i pagamenti registrati per l'acquisto di nuovi materiali dagli anni Sessanta in avanti, confermano il progredire dei lavori d'ampliamento, così come tutti i documenti registrati tra il 1556 e il 1569, non registrano pagamenti effettuati ad altri ingegneri per lavori svolti all'interno di questo cantiere, se non allo stesso Seregni.



L'intervento di ampliamento prevedeva che l'organismo fino ad allora costruito, vano cupolato, le due cappelle laterali il vano presbiterale e l'abside, fosse considerato come un unico articolato spazio presbiterale a cui doveva collegarsi il nuovo sviluppo della chiesa articolato in tre navate.


L'ampliamento, che per realizzarsi aveva distrutto lo sviluppo anteriore dell'originario nucleo architettonico rinascimentale7, si bloccò alla terza campata, per la presenza della cappella contenente l'effigie della madonna, che là era rimasta, extra ecclesiam, dal 1498.8


Il prolungamento di tre campate venne, così, chiuso da una facciata con quattro porte, due per le navate laterali e due per quella centrale, senza rispettare il progetto originale a tre. "La facciata non è finita secondo il progetto approvato e dentro è costruita con mattoni e fuori con pietre di Saltrio corrispondenti, aperta da quattro porte, di cui due immettono nella navata centrale, le altre nelle due navate minori"9. Quasi "certamente il progetto di questa facciata fu pensato e poi diretto nella fase costruttiva iniziale dal Seregni, che rimase consulente del Santuario ancora per alcuni anni"10 e senza dubbio fino al 1570 quando in data 17 settembre si trova annotato sui registri di spesa, "una spexa al hostaria del ingeniere messer Vincenzo e compagni lire 5 soldi 26"11.


I lavori per questo primo ampliamento durarono più di dieci anni, un tempo estremamente lungo se si pensa che per la costruzione del primo nucleo, compresa "quasi sicuramente la facciata e ancora la casa dei deputati o canonica"12, ne occorsero diciotto.



 

Note


1 A.S.S., Libro spese 1552-1556, f. 58 (Torna al testo)



2 Francesco Repishti, Vincenzo da Seregno architetto e ingegnere della Fabbrica (1556-1570). in AA.VV., Il Santuario della Beata Vergine dei Miracoli di Saronno, a cura di Maria Luisa Gatti Perer, ISAL, Amilcare Pizzi Editore, Milano, 1996, p. 236 (Torna al testo)


3 A.S.S., Cartella 5, fasc. 3, 5 (Torna al testo)


4 Francesco Repishti, op. cit., p.236 (Torna al testo)


5 "Notta della misura delle pilastrate..etc" in ASMi, Notarile, 12280, in Francesco Repishti, op. cit., p.240 (Torna al testo)


6 Francesco Repishti, op. cit., p.240 (Torna al testo)


7 Oggi infatti non si conosce "come e a quale altezza si ponesse la facciata e il relativo punto dingresso". Alessandro Rovetta, op. cit., p. 114 (Torna al testo)


8 Alessandro Rovetta, op. cit., p. 114 (Torna al testo)


9 A.C.A.M., Archivio Spirituale, sez X, cart. 75, fasc. 1, doc. 2. Visita pastorale del 1569: "...Facies ecclesie non est perfecta iuxta modellum desigtnatum et est intus ex lateribus foris vero cum lapide saltri locis suis facta quator portas ex quibus due sunt instar navem mediam, alie vero in capite navium pulcre que omnia clauduntur..." (Torna al testo)


10 A. Sala, Siste viator, p. 131 (Torna al testo)


11 A.S.S.,Cartella 2, Registri 12, Libro delle spese, 1565-1576, f. 75r (Torna al testo)


12 A. Sala, Siste viator, p. 133 (Torna al testo)

 

 

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