L'ATTRIBUZIONE A LEONARDO
L'opera è ormai quasi unanimemente attribuita da critici e storici a Leonardo da Vinci (fig. 7). Non ci sono prove documentarie relative l'opera fino a che non fu acquistata in Italia o forse in Francia, per la collezione del principe polacco Adam Czartoryski che ne fece dono, insieme al "Ritratto di giovane" di Raffaello, alla madre Isabella, la quale in quegli anni stava lavorando alla creazione del primo museo nazionale polacco a Pulawy. In una nota Isabella Czartoryski scrive che il Raffaello fu acquistato a Venezia, dopo avere fatto parte della collezione Giustiniani ma, del Leonardo non spiega nulla. In quell'epoca fu aggiunto il titolo errato dipinto a mò d'etichetta in alto a sinistra che confonde la Gallerani con un'altra celebre cortigiana francese: la Belle Ferronière (fig 8). Il dipinto fu riportato a Parigi attorno al 1830 e ivi rimase dimenticato fino a quando nel 1870 fu trasferito a Cracovia, suscitando interesse fra gli studiosi e individuare Leonardo come autore. Nel 1914, poco prima dello scoppio della guerra, i più preziosi quadri della collezione Czartoryski furono esposti nella Gemaldegalerie di Dresda, da dove tornarono nel 1920. Di nuovo dovettero lasciare il museo nel 1939 quando furono trasportati a Sieniawa in una cassa trovata e sequestrata dai tedeschi. I dipinti furono provvisoriamente collocati al Kaiser-Friedrich-Museum di Berlino. Quando nella Polonia occupata fu costituito il Governatorato, il governatore Hans Frank riuscì a recuperli per abbellire la sua residenza ufficiale nel Castello Reale di Wawel a Cracovia. In quest'occasione sul retro del Leonardo fu posto il contrassegno BURG 1227 accanto all'antico inventario C.EC.DG418 (Collection Elisabeth Czartoryska Dom Gotycki). Verso la fine della guerra il governatore decise di trasportare i dipinti più preziosi nella sua villa personale di Schliersee in Baviera, dove vennero trovati dagli americani che li concentrarono a Monaco nel deposito delle opere trafugate ai nazisti. Nel 1946 i quadri fecero ritorno a Cracovia dove, con lo sciagurato avvento del comunismo furono confiscate e la raccolta dei principi divenne una sezione del Museo Nazionale.
Solo in tempi più recenti è stata riconosciuta come opera del da Vinci, grazie anche ad un disegno di scuola che si trova all'Ambrosiana (fig. 9), in cui si riprende la testa della stessa modella, forse proprio nel momento in cui Leonardo la ritraeva. I tentativi di assegnare la paternità ad altri pittori, non sono stati sufficienti a mettere in dubbio che il capolavoro sia nato nella bottega di Leonardo. L'elemento sul quale ci sono state le maggiori dissertazioni è la mano (fig. 10). Per alcuni è aristocraticamente ossuta ed eseguita con abilissima maestria come solo Leonardo poteva fare. Per altri è rachitica e mummificata, di donna più anziana della giovane Dama, mentre quelle leonardesche sono morbide e vere, perciò ritengono possa trattarsi dell'esecuzione di un aiuto, o dell'intenzione originaria di Leonardo di ritrarre un'altra donna ma, poi mutata per dedicarlo alla Gallerani e al suo committente.
Nel 1991, dopo gli ultimi cambiamenti politici
che hanno posto fine al regime, è stata costituita la
Fondazione Principi Czartoryski presso il Museo Nazionale di
Cracovia, ora unico ente amministratore delle collezioni.
Autorevoli critici come Federico Zeri e Carlo Perdetti, che ne loda
"loriginalità della posa e lintensità
dellespressione", ritengono sia il più bel ritratto
dipinto da Leonardo.
Fig. 7 |
Fig. 8 |
Fig. 9 |
Fig. 10 |
| La dama con l'ermellino | La contessa di Saronno | Genealogia |
|---|---|---|
| Attribuzione lonardo | Opera | Ermellino |
| Costume | Angelo Saronno / Louvre | XXX |